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Frasi e Citazioni di Toni Servillo

Toni Servillo
Toni Servillo
(Afragola, 25 gennaio 1959)
attore e regista italiano

Frasi e citazioni di Toni Servillo
Non sono un creativo, mi ritengo un interprete: uno che cerca di trasmettere al pubblico quello che c'è di creativo in un testo, come una pila che si carica e si scarica.
(Toni Servillo, citato in Severino Colombo, Toni Servillo: «Sono come una pila che carica e scarica energia», Corriere della Sera, 17 ottobre 2008, p. 15)
La vita quotidiana a Roma è ormai inquinata. Chiesa, televisione e politica l'hanno occupata nelle sfere più intime e hanno finito per trasformarla in un paesone dove questi mondi la fanno da padrone. Invece Milano e Napoli hanno ancora uno spleen, una solitudine malinconica, sono città con forti valori simbolici. Viverci è nutriente sul piano degli atteggiamenti e dei comportamenti, per questo voglio assolvere Napoli nonostante tutto. Nonostante una realtà dove l'inferno e il paradiso si toccano; dove l'ironia altro non è che la passione quando sa prendere le distanze; dove si lotta continuamente contro la cultura della morte, mentre le altre città hanno la morte in casa e, nella loro quiete apparente, fanno finta di non accorgersene. Tutto questo è sempre foriero di una condizione felice artisticamente parlando. E vale per musica, cinema, arte, letteratura. Napoli è una città che crea continuamente anche nella difficoltà del suo quotidiano.
(Toni Servillo, dall'intervista di Alessandro Mammì, Napoli è meglio di Hollywood, Espresso.it, 9 settembre 2010)
L'unico luogo che forse potrei scambiare con Napoli è Milano, l'altra grande metropoli italiana.
(Toni Servillo, dall'intervista di Alessandro Mammì, Napoli è meglio di Hollywood, Espresso.it, 9 settembre 2010)
Questa società il dubbio vuol metterlo da parte, perché preferisce la certezza e il fare; mentre il dubbio è riflessione, ricerca di autenticità.
(Toni Servillo, citato in Sandra Cesarale, Servillo: «Frac e bacchetta», Corriere della Sera, 13 settembre 2010, p. 11)
Fellini con La dolce vita che doveva intitolarsi La grande confusione, guardò Roma dolcemente appoggiato a una balaustra e vide un'Italia che viveva sulla spinta del rilancio dopo la guerra.
(Toni Servillo, citato in Sorrentino: «non è la Dolce Vita, il mio film è un romanzo vivente», Corriere.it, 21 maggio 2013)
La cultura resta il nostro miglior biglietto da visita all'estero. Un credito illimitato pari solo all'incredulità degli stranieri per la nostra incapacità di valorizzare tale patrimonio.
(Toni Servillo, dall'intervista di Giuseppina Manin, Servillo: «L'Italia, popolo di fratricidi. Non perdo la testa per l'Oscar», Corriere.it, 16 marzo 2014)

Frasi e citazioni tratte dal film: Morte di un matematico napoletano, 1992

Locandina del Film Morte di un matematico napoletano
Voi lo sapere Don Simplicio, la matematica non s'apprende. È un occhio che hai dentro, qualcuno ti mostra il campo, e tu vedi. Subito.
(Pietro [Toni Servillo])

Frasi e citazioni tratte dal film: L'uomo in più, 2001

Locandina del Film L'uomo in più
"Nella vita non esiste il pareggio." (Tagline del film)
Vi lascio con la cosa a me piu cara al mondo... la notte!
(Tony Pisapia [Toni Servillo])
Io lo dico sempre: voi orientali, se vi organizzate, a noi occidentali ci fate un culo così.
(Tony Pisapia [Toni Servillo])
Redazione televisiva: Signor Tony, sono della redazione di Confessioni Pubbliche.
Tony Pisapia [Toni Servillo]: Ah, sì, ci posso venire. Solo che sul prezzo non ci siamo proprio. Tre milioni? Ma per chi mi avete preso?
Redazione televisiva: Quello è il nostro contratto standard...
Tony Pisapia [Toni Servillo]: Ma perché, vi sembro un tipo standard, io? Io l'ho vista la trasmissione, si tratta di parlare del passato. Ma voi lo sapete cosa cazzo sono stato capace di combinare, in passato, io?
Redazione televisiva: Diciamo che... possiamo arrivare a quattro milioni.
Tony Pisapia [Toni Servillo]: Potete arrivare a sei. Chiamatemi stasera.
Lo sa che io venivo a cantare qua quando lei non era ancora nato? Io ho sempre voluto cantare. Mi ricordo che da bambino mio padre si incazzava, e io cantavo ancora di più. Mi picchiava, e io cantavo ancora di più. Io me li ricordo i microfoni a giraffa. Mi ricordo Mina, Walter Chiari, Alberto Lupo... Alberto? Alberto si schiattava di risate con me. Mi ricordo tutti i teatri dove mi sono esibito, tutte le canzoni che ho cantato, tutti i camerini, tutti i flash dei fotografi, le dediche sui dischi, gli autografi, le tournée, i ristoranti, le risate, le lacrime degli spettatori. Io sono nato a Vico Speranzella. Mi ricordo Napoli durante la guerra, avevo solo otto anni, mi ricordo il rifugio a piazzetta Augusteo. E poi mi ricordo che avevo sei smoking, centocinquanta camicie, novanta paia di scarpe. Mi ricordo quando mi hanno messo le manette la prima volta, tutte le lacrime che ho pianto. Ma come piangevo quando mi trasferivano da un carcere all'altro, quando le guardie carcerarie mi facevano l'ispezione anale. Io mi ricordo tutti i compagni di cella. Io mi ricordo tutte le volte che avevo la voce bassa, e avevo paura di salire sul palcoscenico. Mi ricordo i fiori dentro i camerini, le donne fuori dei camerini che dicevano che volevano conoscermi, mi trovavano interessante, ma poi si finiva sempre a letto. Dicevano che ero bello. Ma io non mi sono sentito mai bello: io mi sentivo potente. Non me n'è fregato mai un cazzo di nessuno. Io mi ricordo tutto. È 'na strunzata che la cocaina ti scassa la memoria, so trent'anni che la tiro e non mi sono dimenticato niente. Io me la ricordo tutta la cocaina che mi sono tirato. Del resto tutti hanno tirato in questi anni di merda, chi è che non l'ha fatto? Soltanto i poveri non hanno pippato, e non sanno quello che si sono persi. Io mi ricordo quando cantai a New York e Frank Sinatra dovette venirlo a sentire, stu fenomeno di Tony. Mi ricordo mia mamma, quando era giovane. Che vi devo dì... per me rimane comunque la donna più bella che ho conosciuto nella mia vita. Poi mi ricordo un amico, si chiamava Antonio Pisapia. Era un grande calciatore. Voleva fare l'allenatore e non gliel'hanno fatto fare. E si è suicidato. Ma io non mi suiciderò mai, perché un'altra cosa mi ricordo io: io ho sempre amato la libertà. E voi non sapete manco che cazzo significa. Io ho sempre amato la libertà. Io sono un uomo libero.
(Tony Pisapia [Toni Servillo], monologo finale)
Aniè, a' vita è na' strunzata.
(Tony Pisapia [Toni Servillo])

Frasi e citazioni tratte dal film: Le conseguenze dell'amore, 2004

Locandina del Film Le conseguenze dell'amore
La cosa peggiore che può capitare ad un uomo che trascorre molto tempo da solo, è quella di non avere immaginazione. La vita, già di per sé noiosa e ripetitiva, diventa in mancanza di fantasia uno spettacolo mortale. Prendete questo individuo con il papillon: molte persone nel vederlo si divertirebbero a congetturare sulla sua professione, sul tipo di rapporti che intrattiene con queste donne; io invece, vedo davanti a me solo un uomo frivolo. Io non sono un uomo frivolo, l'unica cosa frivola che possiedo è il mio nome: Titta Di Girolamo.
(Titta Di Girolamo [Toni Servillo])
Perdere ad Asso pigliatutto con un baro dilettante non vuol dire non essere in grado di eseguire alla perfezione un bluff ad alti livelli. Per assicurarsi una buona riuscita, il bluff dev'essere condotto fino in fondo, fino all'esasperazione. Non c'è compromesso. Non si può bluffare fino a metà e poi dire la verità. Bisogna essere pronti ad esporsi al peggior rischio possibile: il rischio di apparire ridicoli.
(Titta Di Girolamo [Toni Servillo])
Non bisogna mai smettere di avere fiducia negli uomini. Il giorno che accadrà, sarà un giorno sbagliato.
(Titta Di Girolamo [Toni Servillo])
Forse sedermi a questo bancone è la cosa più pericolosa che ho fatto in tutta la mia vita.
(Titta Di Girolamo [Toni Servillo])
Ogni uomo ha il suo segreto inconfessabile.
(Titta Di Girolamo [Toni Servillo])
I timidi notano tutto, ma sono molto bravi a non farsene accorgere.
(Titta Di Girolamo [Toni Servillo])
Dino Giuffré è il mio migliore amico e basta! Quando si è stati amici una volta, lo si è per tutta la vita.
(Titta Di Girolamo [Toni Servillo])
Una cosa sola è certa, io lo so. Ogni tanto, in cima a un palo della luce, in mezzo a una distesa di neve, contro un vento gelido e tagliente, Dino Giuffré si ferma, la malinconia lo aggredisce e allora si mette a pensare. E pensa che io, Titta Di Girolamo, sono il suo migliore amico.
(Titta Di Girolamo [Toni Servillo])
Un famoso finanziere diceva che quando due persone conoscono un segreto, non è più un segreto.
(Titta Di Girolamo [Toni Servillo])

Frasi e citazioni tratte dal film: Il divo, 2008

Locandina del Film Il divo
Mi creda, io so cos'è la solitudine; non è una gran bella cosa. Per il mio ruolo, per la mia storia, avrò conosciuto nella mia vita approssimativamente 300.000 persone. Lei crede che questa folla oceanica mi abbia fatto sentire meno solo?
(Giulio Andreotti [Toni Servillo])
Chi non vuol far sapere una cosa, in fondo non deve confessarla neanche a se stesso, perché non bisogna mai lasciare tracce.
(Giulio Andreotti [Toni Servillo])
"Lei ha sei mesi di vita", mi disse l'ufficiale sanitario alla visita di leva. Anni dopo lo cercai, volevo fargli sapere che ero sopravvissuto. Ma era morto lui. È andata sempre così: mi pronosticavano la fine, io sopravvivevo; sono morti loro.
(Giulio Andreotti [Toni Servillo])
Io non ho mai creduto che si possa distinguere l'umanità in due categorie, angeli e diavoli, siamo tutti dei medi peccatori.
(Giulio Andreotti [Toni Servillo])
Una volta invece ho fatto un fioretto, fu quando le brigate rosse rapirono Aldo Moro, mi ripromisi se si fosse salvato di non mangiare più gelati... Io sono molto goloso di gelati...
(Giulio Andreotti [Toni Servillo])
Se è vero che per essere un buon cristiano bisogna porgere l'altra guancia, è pur vero che Gesù Cristo, con molta intelligenza, di guance ce ne ha date soltanto due.
(Giulio Andreotti [Toni Servillo])
Si vive più a lungo senza necessità.
(Giulio Andreotti [Toni Servillo])
La guerra si fa con i soldati che si hanno.
(Giulio Andreotti [Toni Servillo])
L'ironia è la migliore cura per non morire e le cure per non morire sono sempre atroci.
(Giulio Andreotti [Toni Servillo])
Volevano i segreti, le Brigate rosse. Con me potevano stare a parlare un anno, Moro certe cose non solo non le sapeva, non poteva neanche immaginare che esistessero. Sai, Mario, una volta mi hanno chiamato a casa. Nessuno ha il mio numero di casa. Mi dissero che mi avrebbero ammazzato il 26 dicembre. Io gli risposi: "Grazie, cosi passerò il santo Natale in pace." Sono ancora qui. Si fecero scoraggiare da una battuta: queste erano le brigate rosse, gente troppo seriosa.
(Giulio Andreotti [Toni Servillo])

Frasi e citazioni tratte dal film: Una vita tranquilla, 2010

Locandina del Film Una vita tranquilla
Domani parti per Amburgo, vai da Sergio al "Ristorante cavallino bianco", l'ho aperto io, gli dici che ti serve un lavoro e un documento nuovo… non devi chiamare mai nessuno… se ti devo parlare ti chiamo io… e poi butta il cellulare ()… ti tagli la barba, ti fai crescere i capelli, impari il tedesco e tra un anno cambi lavoro… non ti fidare di nessuno, specialmente degli italiani: evitali, nun fà amicizie, lavora, va a letto presto, devi diventare un fantasma, domani mattina parti, se tutto va bene fai una vita tranquilla…!
(Rosario [Toni Servillo])

Frasi e citazioni tratte dal film: La grande bellezza, 2013

Locandina del Film La grande bellezza
Il riso scaldato è sempre più buono di quello che hai appena cucinato.
(Jep Gambardella [Toni Servillo])
In realtà, i romani mi sembrano insopportabili. I migliori abitanti di Roma sono i turisti.
(Jep Gambardella [Toni Servillo])
È così triste essere bravi: si rischia di diventare abili.
(Jep Gambardella [Toni Servillo])
La più consistente scoperta che ho fatto pochi giorni dopo aver compiuto sessantacinque anni è che non posso più perdere tempo a fare cose che non mi va di fare.
(Jep Gambardella [Toni Servillo])
Quando sono arrivato a Roma, a 26 anni, sono precipitato abbastanza presto, quasi senza rendermene conto, in quello che potrebbe essere definito "il vortice della mondanità". Ma io non volevo essere semplicemente un mondano. Volevo diventare il re dei mondani, e ci sono riuscito. Io non volevo solo partecipare alle feste. Volevo avere il potere di farle fallire.
(Jep Gambardella [Toni Servillo])
Dunque è regola fondamentale, ad un funerale non bisogna mai piangere, perché non bisogna rubare la scena al dolore dei parenti. Questo non è consentito. Perché immorale.
(Jep Gambardella [Toni Servillo])
Sono anni che tutti mi chiedono perché non torno a scrivere un nuovo romanzo. Ma guarda 'sta gente, 'sta fauna. Questa è la mia vita, non è niente. Flaubert voleva scrivere un romanzo sul niente, non c'è riuscito. Ci posso riuscire io?
(Jep Gambardella [Toni Servillo])
Ti prego, mi vanto di essere un gentiluomo… nun me fà crollà l'unica certezza che ho, eh?
(Jep Gambardella [Toni Servillo])
Su un'isola, d'estate. Io avevo diciott'anni, lei venti. Al faro, di notte. Io mi avvicinai per baciarla, lei si girò dall'altra parte. Rimasi deluso. Poi però lei tornò a guardarmi, e mi sfiorò le labbra, aveva l'odore dei fiori. Io non mi muovevo: non avrei potuto muovermi. Poi lei fece un passo indietro e mi disse... Fece un passo indietro. E mi disse...
(Jep Gambardella [Toni Servillo])
Finisce sempre così, con la morte, prima però c'è stata la vita, nascosta sotto i bla bla bla bla. È tutto sedimentato sotto il chiacchiericcio e il rumore, il silenzio e il sentimento, l'emozione e la paura, gli sparuti incostanti sprazzi di bellezza e poi lo squallore disgraziato e l'uomo miserabile. Tutto sepolto nella coperta dell'imbarazzo dello stare al mondo, bla bla bla bla. Altrove c'è l'altrove, io non mi occupo dell'altrove, dunque che questo romanzo abbia inizio. In fondo è solo un trucco, sì è solo un trucco.
(Jep Gambardella [Toni Servillo], monologo finale)